Come per tutte le coltivazioni, per ottenere buoni risultati è importante che la pianta di zafferano trovi nel terreno i giusti elementi nutritivi, che le consentano di svilupparsi, di fare foglie vigorose, di moltiplicare i bulbi e di fiorire.

Durante la coltivazione ci sono diverse fasi in cui è consigliabile concimare, dalla concimazione di fondo che avviene quando si prepara il terreno, agli interventi che possono aiutare la pianta nel corso dell’anno.

Scopriamo quindi come rendere fertile il suolo per lo zafferano e quali concimi possiamo usare per una coltivazione biologica del crocus sativus.

concime organico

La concimazione di fondo per lo zafferaneto

Nella coltivazione di zafferano il primo step di una buona concimazione avviene prima di piantare bulbi, al momento in cui si lavora il terreno. Questo deve essere fatto idealmente almeno un mese prima dell’impianto. Benissimo farlo anche 3-6 mesi prima.

Non esiste una regola generale su come e quanto concimare, perché dipende poi tutto dalle caratteristiche di partenza del terreno (ad esempio il pH). Ci sono concimi minerali che possiamo usare per correggere caratteristiche del nostro suolo e migliorarlo, in modo che sia più adatto allo zafferano. Un approfondimento utile è quello su il terreno adatto allo zafferaneto.

Una cosa importante in ogni caso è apportare sostanza organica.

Creare un buon terreno è l’obiettivo primario in agricoltura biologica: significa preoccuparci che il suolo sia ricco delle giuste sostanze nutritive, ma anche che sia ben strutturato e in particolare che sia ammendato, ovvero che ci sia una buona presenza di sostanza organica.

concimi organici hanno appunto un ruolo ammendante: apportano materia organica e questo ha vari effetti importanti:

corso sullo zafferano
  • Mantiene il suolo soffice.
  • Aumenta la capacità di ritenzione idrica del terreno (resta umido più a lungo)
  • Favorisce la vita dei microrganismi del suolo (batteri e funghi positivi per la coltivazione).

Il letame può esserci molto utile in questo, come anche del buon compost che si può anche autoprodurre. Come ammendante e come modo per stimolare la vita positiva del suolo l’humus di lombrico è l’apporto migliore che possiamo dare al nostro terreno.

Possiamo quindi prima di tutto pensare di procedere con una letamazione di fondo, indicativamente possiamo apportare 2 kg di letame a metro quadro. Si consiglia di impiegare letame maturo, ma se scegliamo di usare stallatico pellettato (che è essiccato) calcoliamo un decimo della quantità.

Il concime organico non deve essere mandato in profondità: basta incorporarlo nei primi 5-10 cm di suolo. Possiamo farlo con una zappa, con un aeratore stellare, con una fresatura.

  • MATERIALI UTILI: humus di lombrico (Consiglio di sceglierlo a vagliatura media, più economico. Possiamo impiegarlo anche poi nella concimazione in solco)
ph zafferano

Il sovescio

Il sovescio è una tecnica molto utilizzata in agricoltura biologica per arricchire il suolo e ottenere anche altri benefici, come diminuire la presenza di piante spontanee e di organismi sgraditi.

Si tratta di coltivare una specie vegetale non per raccoglierla, ma con lo scopo di migliorare il terreno, andando poi a interrare la biomassa prodotta. Un ottimo sovescio preparatorio per lo zafferano è un intervento primaverile con senape.

La concimazione in solco

Quando mettiamo i bulbi possiamo mettere concime, che aiuti la giovane piantina a trovare subito nutrienti. Possiamo usare stallatico pellettato, da mettere sul fondo del solco in cui appoggiamo i bulbi. Molto importante che sia un buon pellettato, non acido. Utile smuoverlo ed integrarlo nel terreno, in modo che non sia direttamente a contatto col bulbo ma sia raggiungibile dalle radici.

Anche in questa fase l’humus di lombrico risulta prezioso: è senza dubbio il miglior concime da usare in solco perché crea le giuste condizioni per le giovani radici della pianta di zafferano ed è completamente sicuro anche a contatto con l’apparato radicale.

Le concimazioni durante la coltivazione

Durante l’anno ci sono vari momenti di concimazione, particolarmente importanti se attuiamo una coltivazione poliennale (si veda il post su coltivazione annuale o poliennale)

Nell’annuale possiamo contare maggiormente sulla concimazione di fondo e su quella all’impianto, col passare degli anni il terreno si impoverisce e diventa sempre più importante apportare nutrienti. Le concimazioni in fase di coltivazione sono comunque consigliati anche in coltivazioni annuali.

Ecco i tre momenti in cui è importante intervenire:

  • Fine inverno (gennaio-febbraio). Concimazione con stallatico pellettato integrato in superficie, magari sfruttando piogge o gelo che possono aiutare a inglobare il concime. Si nutre in questo periodo per aiutare la fase vegetativa e soprattutto per sostenere la formazione e crescita dimensionale dei nuovi bulbi.
  • Primavera (marzo). Possiamo fornire potassio per via fogliare. Ad esempio borlanda (scarto di produzione zucchero, melassa). Questo apporto zuccherino è a beneficio del bulbo e del vigore della pianta.
  • Agosto (in coltivazione poliennale). Approfittando dell’assenza di vegetazione possiamo spargere il pellettato e incorporarlo al suolo con una rastrellata. Questa è una concimazione finalizzata a supportare la fioritura autunnale.

Approfondimenti utili:

Quando si concima lo zafferano?

Conviene concimare lo zafferaneto in vari periodi, oltre alla concimazione di fondo: al momento dell’impianto, a fine inverno, in primavera e durante i mesi estivi.

Quali concimi utilizzare per lo zafferano?

Per un buon suolo è importante usare ammendanti organici (letame, compost, humus di lombrico), possiamo aiutarci con stallatico pellettato in corso di coltivazione ed è utile anche la borlanda fluida che apporta potassio. Concimi minerali sono da valutare in base alle caratteristiche del suolo.

Articolo di Matteo Cereda, contenuti tratti dal corso Coltivare Zafferano, lezioni di Dario Galli.

corso online sullo zafferano

Questo articolo ha 6 commenti

  1. Bruno

    Interessante fa venire la voglia di sperimentare una coltivazione pilota con un migliaio di bulbi. Può essere fatta una coltivazione di Zafferano biologico in ambiente idroponico su piccoli terrazzamenti di lana di roccia? Grazie Bruno

    1. Matteo Cereda

      Mai sperimentato l’idroponica. Sono molto scettico personalmente (il costo dell’impianto e il costo energetico saranno giustificati?). Se provi poi raccontami come va.

  2. Nicola

    Ciao…
    Cosa intendi per “integrato in superficie” dove parli della concimazione a fine inverno? Vuol dire solo posare sul suolo senza “incorporarlo al suolo”?
    Grazie.

    1. Matteo Cereda

      Ciao Nicola, intendo che puoi spargerlo semplicemente, perché incorporandolo rischieresti di danneggiare le piante in vegetazione.

  3. Alessandro Cappello

    Buongiorno, ho notato che nel mio campo ci sono parecchie arvicole , voi cosa consigliate per proteggere i bulbi da questi animaletti?

    1. Matteo Cereda

      Le arvicole sono un enorme problema. Per limitarne la presenza si può fare ben poco di biologico. Presidiare il campo spesso, lavorando il terreno prima dell’impianto e inserendo dissuasori che fanno rumore (semplici pali con lattine appese, da spostare spesso) in una certa misura può scoraggiarle, ma in genere non si riesce a scacciarle. Un’idea può essere coltivare a margine del campo colture (fave, topinambur) che possono distrarre l’attenzione. Si possono poi mettere trappole.
      Un coltivatore che conosco mi ha detto che la concimazione in solco all’impianto con panelli di ricino le scoraggia molto bene, facendo da repellente, purtroppo però è un concime fuori commercio credo, perché potenzialmente pericoloso per animali domestici (usato in solco non darebbe problemi).

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