Ci sono molti metodi per coltivare zafferano e tra le varie scelte da compiere è importantissima quella che riguarda la durata del ciclo: possiamo decidere per una coltivazione annuale oppure una coltivazione poliennale.

La coltivazione annuale prevede che i bulbi restino nel terreno per un solo anno. Al termine del ciclo colturale i cormi verranno espiantati completamente, nel successivo mese di agosto si procederà con un nuovo impianto, cambiando terreno.

La coltivazione poliennale invece prevede che i bulbi restino nel terreno per più di un ciclo colturale, quindi almeno due anni. Non consiglio di andare oltre i 5-6 anni in ogni caso.

Ovviamente entrambi i metodi hanno pregi e difetti, che cercherò di mettere in luce in questo articolo, oltre a darvi la mia opinione, molto personale e legata alle mie esperienze di campo su quale sia il metodo migliore.

coltivazione poliennale a bauli

Come scegliere il metodo di coltivazione

Non esiste una regola universale che definisce il sistema migliore per coltivare zafferano: ritengo che a seconda del tipo di terreno e della specifica situazione di ogni azienda agricola possa rivelarsi migliore la coltivazione annuale o poliennale.

Vedremo qui di seguito vantaggi e svantaggi di ogni metodo e ciascuno potrà decidere come impostare il proprio zafferaneto.

La cosa importante è definire quanti anni durerà un impianto prima di realizzarlo.

Infatti il sesto d’impianto adottato deve essere adatto alla durata: se vogliamo piantare bulbi in poliennale vale la pena metterli più distanti e magari anche un poco più in profondità, se decidiamo per una coltura annuale possiamo permetterci una maggior densità dei bulbi.

corso sullo zafferano
togliere bulbi

Non conviene quindi vedere come va il primo anno e poi decidere: bisogna scegliere subito.

Nel calcolatore di bulbi al metro quadro, lo strumento gratuito che vi aiuta a stabilire l’impianto ho inserito la scelta del ciclo che vogliamo dare all’impianto e potete vedere come questa varia la densità.

Vantaggi della coltivazione annuale

La coltivazione annuale ha diversi vantaggi, che vi elenco.
Minor rischio di malattie e in generale di parassiti. Più a lungo una coltivazione resta in un terreno, più i suoi “nemici” (parassiti e malattie) avranno tempo per proliferare e arrivare ad aggredirla in modo critico. Questo concetto in agricoltura è conosciuto da secoli, ed è il motivo per cui si effettua la rotazione colturale.
Minor lavoro di diserbo delle erbe infestanti (a pari superficie coltivata). Se l’impianto dura solo un anno l’inerbimento tra le piante sarà minore, inoltre possiamo maggiormente tollerare la crescita di “erbacce”, visto che poi andremo a levare i cormi in un tempo breve. Nella coltura poliennale invece dopo il primo anno semi e radici di erbe spontanee saranno più presenti e di conseguenza daranno più noia. Attenzione però che se si coltiva in poliennale dopo il primo anno si avrà una maggior concentrazione di bulbi, che comporta una minor superficie da gestire. Quindi non tutto gioca a sfavore dell’impianto su più anni. L’unica vera certezza è che lo zafferano, annuale o no, comporta in ogni caso un sacco di lavoro di diserbo.
Maggior disponibilità di elementi nutritivi. Se le piante restano un solo anno nel terreno lo troveranno ricco di sostanze utili, col passare del tempo il suolo si impoverisce e non è semplice ripristinare le sostanze tramite concimazioni superficiali.
Miglior pezzatura dei bulbi nella moltiplicazione. I cormi il primo anno trovano spazio e nutrimenti per moltiplicarsi generosamente, di conseguenza si ottengono in genere migliori risultati di moltiplicazione.

Difetti della coltivazione annuale

Esistono anche svantaggi della coltivazione annuale di zafferano. Non sto a elencare tutti i “punti deboli” , basta guardare i vantaggi della coltura poliennale nel prossimo paragrafo e interpretarli al negativo. Preferisco mostrarvi un bicchiere mezzo pieno, tanto è evidente anche la metà vuota.

Una cosa non scontata che voglio però evidenziare è che in annuale i bulbi vengono maneggiati più volte, per cui senza i dovuti accorgimenti può diventare più facile trasmettere malattie nello zafferaneto.

Vantaggi della coltivazione poliennale

Passiamo ora ai pregi di lasciare i bulbi di crocus sativus nel terreno per più di un ciclo, quindi piantare uno zafferaneto destinato a durare diversi anni. Ovviamente è facile intuire che più anni si tengono i bulbi e più si usufruisce dei vantaggi, allo stesso tempo però crescono in modo esponenziale anche gli svantaggi, per questo dopo un tempo ragionevole (in genere 3 o 4 anni) bisogna in ogni caso porre fine all’impianto.

Ecco i punti di forza di una coltivazione poliennale:

  • Minor lavoro d’impianto. Realizzare l’impianto di zafferano è faticoso, in particolare se si creano baulature rialzate. Evitare di doverlo fare ogni anno è un bel risparmio di tempo.
  • Minor lavoro nell’espianto. Anche cavare i cormi dal terreno, pulirli e stoccarli, è un lavoro impegnativo, che nella coltivazione annuale si fa tutti gli anni, mentre in poliennale è un impegno occasionale.
  • Maggior produttività al metro quadro (secondo e terzo anno in particolare). A partire dal secondo anno, grazie alla moltiplicazione dei bulbi, ci si trova con un impianto sempre più fitto. Quindi si ottiene più prodotto per ogni metro quadro coltivato.
  • Minor impiego di terreno. Avendo poca terra a disposizione con una coltivazione poliennale si ottimizza, in particolare permette di non dover ruotare il terreno ogni anno.

Difetti della coltivazione poliennale

I difetti della coltura poliennale è bene evidenziarli, perché questo metodo, se si esagera nel prolungarlo, espone i bulbi al rischio concreto di sviluppare patologie. Ovviamente questi rischi sono tanto peggiori quanti più anni si mantengono i cormi nel suolo.

  • Rischio di malattie elevato. Più tempo i cormi stanno nel terreno e più è probabile che prendano malattie. In poche parole: lasciando i cormi per un periodo lungo si gioca d’azzardo. Sempre per questo motivo, qualora si manifestassero problemi rilevanti, vale la pena espiantare anche prima del tempo previsto. Ovviamente bisogna espiantare nel periodo dell’anno indicato, quindi durante la dormienza estiva.
  • Maggiori danni da arvicole. Col prolungarsi della durata dell’impianto anche i topi potrebbero decidere di stanziarsi nello zafferaneto mangiandosi bulbi.
  • Perdita di pezzatura dei bulbi. Col passare degli anni i bulbi saranno sempre più compressi: avranno minor nutrimento e spazio a loro disposizione. Questo implica peggiori risultati nella moltiplicazione, si ottiene una minor pezzatura, anche a fronte di un aumento di numero.
  • Perdita graduale di produttività. Diretta conseguenza del punto precedente e della minor disponibilità di nutrienti nel suolo.

Ci tengo a evidenziare che la coltivazione poliennale andrebbe gestita comunque sfalzando l’impianto in modo da non avere ogni tre o quattro anni l’onere di dover espiantare tutto lo zafferaneto. Molto meglio suddividere a settori in modo da espiantare e ripiantare ogni anno una parte dei bulbi.

In questo modo si evitano picchi di lavoro eccessivi in determinati periodi e si ottengono eventualmente bulbi da vendere ogni anno.

Come decidere tra annuale e poliennale

Come anticipavo: non posso dare una risposta valida e univoca riguardo alla spinosa domanda “meglio annuale o poliennale?”.

Possiamo però individuare alcuni criteri validi:

  • Se hai sovente problemi di malattie o presenza di topi, meglio la coltivazione annuale. Al limite biennale.
  • Se hai l’obiettivo di aumentare il tuo impianto facendo moltiplicare i bulbi, meglio il metodo annuale.
  • Se hai l’obiettivo di guadagnare vendendo bulbi, meglio l’annuale.
  • Se vuoi risparmiare sulle ore lavoro, meglio la pluriennale.
  • Se hai un terreno molto adatto, fertile e ben nutrito, meglio un ciclo poliennale.
  • Se hai poco terreno a disposizione, meglio la poliennale.

In conclusione

In Italia la coltivazione più diffusa per lo zafferano è quella poliennale, con una media di circa 4 anni. Solo in Abruzzo si usa prevalentemente la tecnica annuale.

Nella mia esperienza personale mi sono trovato al meglio su tre anni di coltivazione, in alcuni casi anche quattro.

Il secondo anno si è sempre rivelato il più produttivo, visto che i bulbi moltiplicati e ben adattati al terreno danno il meglio, lo sfruttamento del suolo non è eccessivo. Il terzo anno della pluriennale è ancora molto soddisfacente, mentre poi assistiamo a un calo della produttività e a un aumento dei problemi.

Confrontandomi con altri coltivatori ho trovato esperienze analoghe.

Approfondimenti utili:

  • COLTIVARE ZAFFERANO. Il videocorso su come coltivare uno zafferaneto professionale con Dario Galli e Guido Borsani.

Meglio il metodo annuale o poliennale?

Personalmente mi trovo meglio coltivando lo zafferaneto su ciclo di 3-4 anni. Questo è valido per la mia esperienza, non escludo che in altri terreni e con altre esigenze sia meglio una coltura annuale.

Quanti anni dura uno zafferaneto?

In ottica di coltivazione poliennale possiamo tenere i bulbi piantati nello stesso appezzamento per 3 o 4 anni, in alcune zone come in Grecia si arriva anche a 8 anni di durata.

Articolo di Matteo Cereda

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Questo articolo ha 4 commenti

  1. Venanzio

    Al secondo e terzo anno va sempre fatta la baulettatura. Ho zappettato il terreno e più bulbi sono abbastanza superficiali

    1. Matteo Cereda

      Se ti accorgi che i bulbi sono superficiali è bene rincalzare le baulature riportando terra. Non è sempre necessario, dipende da clima, tipo di terreno e da come hai impostato le baulature. Ogni anno in estate consiglio di fare un controllo nello zafferaneto, per verificare se serve o no.

  2. luciano predomo

    Ma va tenuta priva d erba la baulatura?

    1. Matteo Cereda

      Sicuramente bisogna controllare l’erba spontanea, non è detto che vada eliminata totalmente, ma una certa pulizia è importante.

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